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Nota su Vincenzo Neri e la Grande Guerra

Fondatore nel 1911 della casa di cura delle malattie del sistema nervoso «Villa Baruzziana» (situata in zona panoramica sui colli bolognesi), allo scoppio della guerra il neurologo Vincenzo Neri, dietro richiesta del direttore Vittorio Putti, divenne consulente dell’Istituto ortopedico «Rizzoli»: qui erano accolti molti feriti e mutilati di guerra, e perciò vi confluivano «una grande miriade di storpi, di gobbi, con deformazioni incredibili delle mani e dei piedi». Fu per loro che si dovette aprire un’apposita sezione neurologica, che venne destinata appunto alla ex scuola elementare «Pascoli» e la cui direzione venne assunta proprio da Vincenzo Neri1.

Per la descrizione dell’attività svolta raccontata dallo stesso Neri si vedano:
- «Quarant’anni di consulenza neurologica all’Istituto Ortopedico Rizzoli», in Bullettino delle scienze mediche, anno CXXXI, 1959;
- «La prova della perfrigerazione applicata allo studio dei fenomeni vaso-motori dei congelati», presentato nel corso delle adunanze scientifiche della Società medico-chirurgica di Bologna del 23 dicembre 1915 e del 31 marzo 1916. Raccogliendo numerose osservazioni circa il sistema vaso-motorio dei soldati congelati, il testo rappresenta un contributo sperimentale alla conoscenza delle cause e del meccanismo del congelamento;
-«I piccoli segni elettrici della sciatica» pubblicato nel 1917 sui Quaderni di psichiatria;
- «Segni elettrici di lesione delle vie piramidali», una comunicazione fatta alla Società medico-chirurgica di Bologna nell’adunanza scientifica del 13 aprile 1917.

Elisa Montanari

1 Cfr. Cesare Ambrosetto, «La Neuropsichiatria in Bologna dalle origini dell’Università alla prima metà del XX secolo», in Atti della Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, classe di Scienze Fisiche, anno 271°, Memorie, serie V – n. 3, p. 154