Bologna, addì 12 luglio 1915
Egregio collega,
È ormai nella coscienza di tutti, sentimento spontaneo e profondo, l’obbligo di soccorrere le famiglie che la guerra ha danneggiato e ridotte in povertà.
Se l’animo esulta al pensiero della immancabile vittoria dei nostri soldati, si rivolge tuttavia mesto alle case da cui essi sono partiti, certo con entusiasmo, ma non senza angoscia per avervi dovuto lasciare madri, spose, bambini sprovvisti di che vivere, preoccupati per l’oggi, ansiosi pel domani.
All’azione dello Stato, degli Enti pubblici e delle pie istituzioni, deve associarsi con slancio fraterno quella di ogni cittadino allo scopo d’integrare i mezzi non mai abbastanza adeguati ai bisogni che senza fine incombono.
Ecco perché al Consiglio Direttivo di questa Associazione è sorta l’idea che, a prescindere dalle iniziative individuali, assai opportuno sarebbe che con un atto di solidarietà tutto il personale sanitario dei Manicomi Pubblici Italiani intervenisse esso pure a vantaggio di chi soffre nella grave ora che sovrasta.
Vorrei quindi proporre a tutti i colleghi il rilascio mensile dell’uno per cento sui nostri stipendi netti, erogandone l’importo nel modo che ogni da Ente collettivo sarà ritenuto migliore.
Non ho soltanto speranza, ma fiducia piena, che ciascuno accoglierà la mia proposta coll’intima soddisfazione di un alto dovere civile compiuto.
Cordiali saluti
Il Presidente – Prof. R. Brugia
A queste circolari hanno già risposto in modo affermativo i colleghi dei seguenti manicomi: Manic. Prov. di Roma in S. Onofrio in Campagna, di Milano in Mombello, di S. Maria della Pietà in Roma, di Como, di Mantova, di Brescia, di Pesaro, di Treviso, Osservanza di Imola (rilascio di una giornata di stipendio), Bologna città, Bologna in Imola. Hanno pure aderito personalmente il Prof. Levi-Bianchini di Nocera Inferiore e il Prof. Frigerio di Alessandria.
Fonte: Bollettino dell’Associazione fra i Medici dei manicomi pubblici italiani, aprile-giugno 1915, pp. 46-7