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Mauro B.

La vita di Mauro B. rimane sconosciuta. Le uniche informazioni che ci permettono di azzardare ipotesi biografiche provengono dai suoi disegni; si tratta di vignette in stile fumettistico, attraverso le quali l’autore illustra ricordi personali e situazioni consuete in cui memoria visiva e dinamica sociale contribuiscono a creare sketch tipici di un immaginario collettivo dai risvolti irriverenti.
Tuttavia, la frase scritta in uno dei suoi lavori appare tutt’altro che ordinaria, aprendo a confessioni poco rassicuranti: “Io sono metà ladro e metà assassino”, asserisce il personaggio biondo vestito con pantaloni verdi e maglietta rossa (così l’artista pare ritrarsi in parecchie immagini). Questo “ragazzo” ha rubato, è a rischio di diffida, chiarisce il poliziotto raffigurato al suo fianco. La dichiarazione che leggiamo dovrebbe turbarci, eppure l’espressione sorridente di entrambe le figure ci diverte; anzi, se si considerano le smorfie stereotipate caratterizzanti le altre rappresentazioni, emerge un fondo di ironia che stempera l’angoscia.

Un filo diretto collega l’immaginario dell’artista al mondo della prima adolescenza se non all’infanzia; i volti dei personaggi rivelano uno stile grafico elementare e si differenziano per la lunghezza dei capelli, della barba e dei baffi, mentre il colore giallo della capigliatura caratterizza solo l’autore diventandone il segno di riconoscimento più evidente.
Se i tratti fisiognomici sono impersonali, al contrario l’abbigliamento è dettagliato, reso minuziosamente; si vedano nello specifico le divise del carabiniere, del poliziotto, del vigile e della guardia di finanza.
Rappresentato in ogni particolare è poi lo studio del dentista di cui viene indicata la sede all’ “Istituto Beretta” (pronto soccorso odontoiatrico sito a Bologna) e in un foglio a parte anche descritti scrupolosamente i ferri chirurgici.

Mauro B., dopo aver trasformato le sue immagini mentali in rappresentazioni grafiche usando carta, matita, colori e pennarelli, spesso integra queste ultime con titoli e commenti che sintetizzano slogan televisivi, gerghi giovanili, come testimonia la ricorrenza del tormentone pubblicitario, targato anni ’80, “viva viva l’olio d’oliva”. Dal punto di vista contenutistico emergono prevalentemente temi legati alla quotidianità, alle attività pomeridiane di un giovane come la partita di calcio e la visita odontoiatrica periodica. L’illustrazione di rapine, arresti e carcerazioni rimanda invece ai film d’azione e alle serie televisive. Non mancano infine riferimenti a oggetti preferiti (le automobili) e a curiosità connesse alla sfera sessuale (nelle due figure, rappresentate nude, sono sottolineate le differenze anatomiche tra gli organi riproduttivi femminili e maschili).

Chiara Delledonne