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Giuseppe Bellei (1866-1938)

Giuseppe Bellei nasce a Bologna il 18 luglio 1966. Dopo la laurea in medicina, conseguita nel 1891 alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, e un biennio di assistentato presso l’Ospedale Maggiore – in clinica medica, sotto la guida di Ignazio Cantalamessa, e in chirurgia, sotto la guida di Giuseppe Ruggi – nel 1895 entra a far parte della squadra di medici chiamati tre anni prima da Marcello Putti, allora Assessore all’Igiene, a dirigere l’Ufficio Municipale di Igiene del Comune di Bologna, istituito nel 1890 sulla scia della legge sanitaria nazionale, promulgata da Crispi nel 1888. Mosso dal desiderio di “approfondirsi nella tecnica di laboratorio” e di “acquistare più salde conoscenze di batteriologia” (1) inizia una collaborazione con Floriano Bazzola, professore di Anatomia Patologica e Patologia Veterinaria all’Università di Bologna e Direttore del Laboratorio Batteriologico annesso all’Ufficio d’Igiene, negli anni in cui proprio Bazzola stava introducendo, tra i primi in Italia, l’utilizzo del siero antidifterico.
Nel 1896 è nominato Ufficiale Sanitario e nel 1898 responsabile, insieme ad Alfredo Boselli, della sezione scolastica dell’Ufficio d’Igiene istituita in quell’anno, sempre per volere di Putti. (cfr. La medicina nella scuola: Bologna all’avanguardia nell’igiene pedagogica) Nell’ambito di questo incarico compie le importanti ricerche sul sovraccarico intellettuale a cui erano sottoposti i bambini che frequentavano le pubbliche scuole, causa di un precoce esaurimento nervoso che attirava in quegli anni l’attenzione degli igienisti e degli psichiatri italiani. La stanchezza mentale nei fanciulli delle pubbliche scuole (1901) fu il primo testo in Italia pubblicato sull’argomento, accolse le lodi dello psichiatra Giulio Cesare Ferrari, con cui Bellei avrebbe collaborato negli anni successivi per la stesura dei primi articoli della Rivista di psicologia applicata alla pedagogia e alla psicopatologia (1905), e attirò l’attenzione di Alfred Binet, che si stava occupando in quegli anni delle medesime ricerche. A partire dai risultati di Bellei, l’amministrazione comunale accolse, nell’ambito dell’importante riforma scolastica del 1903 che istituiva a Bologna la refezione scolastica (cfr. L’istituzione della refezione scolastica nel Comune di Bologna), la proposta di applicare nelle scuole elementari l’orario “diviso”, che prevedeva una pausa di due ore prima delle lezioni pomeridiane necessaria al giusto risposo fisiologico dei bambini, proibendo contemporaneamente l’assegnazione di compiti da svolgersi a casa.
Dopo un soggiorno di studio a Monaco di Baviera, nell’Istituto d’Igiene diretto da Max Grüber, una volta ritornato a Bologna, ottiene la libera docenza in questa disciplina continuando la collaborazione con l’Ufficio Municipale di Igiene. Nel 1907 è chiamato a sostituire Bazzola nella direzione del Laboratorio Batteriologico e cinque anni più tardi Fausto Monetti in quella generale dell’Ufficio. Le sue grandi capacità in questo ruolo furono dimostrate dagli efficienti provvedimenti profilattici presi da Bellei in occassione dell’epidemia colerica e di quella di vaiolo che colpirono Bologna rispettivamente nell’estate del 1911 e nell’inverno del 1917. Durante la guerra, mentre l’Ufficio d’Igiene era requisito dalle autorità militari per divenire centro diagnostico di cura e prevenzione delle malattie dell’esercito, fu nominato Capo dei Servizi di profilassi dell’Ospedale Militare di Bologna e dal 1917 al 1936 fu incaricato di Ingegneria Igienica alla Scuola di Applicazione per ingegneri dell’Università di Bologna.

ALESSANDRA CEREA

La fotografia di Bellei è tratta da: Alfredo Boselli, “Commemorazione del dott. prof. Giuseppe Bellei letta alla Società medica chirurgica nella seduta del 10 giugno 1938”, estratto dal Bullettino delle scienze mediche, 3, 1938

NOTE:

1 Alfredo Boselli, “Commemorazione del dott. prof. Giuseppe Bellei letta alla Società medica chirurgica nella seduta del 10 giugno 1938”, estratto dal Bullettino delle scienze mediche (1938).