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L'istituzione manicomiale a Bologna: dal Sant'Orsola al Sant'Isaia

"Solo chi sa la pazzia può anche ben conoscere l’uomo e comprenderne rettamente la storia"
Francesco Roncati

12 settembre 1867: uno strano, insolito e balordo corteo sfila silenzioso nella calda notte bolognese. Sono i matti ricoverati nelle Sale Dementi del Sant’Orsola che, guidati dagli infermieri, raggiungono l’ex convento delle suore salesiane di Sant’Isaia, ora abbandonato. Una vera e propria occupazione, voluta e organizzata da Francesco Roncati, medico igienista direttore del manicomio, e da Ignazio Zani, suo collaboratore. Motivo del trasferimento: il diffondersi di un’epidemia colerica tra gli internati. Ragioni ben più lontane e profonde, tuttavia, animano la decisione.
Inizia così, tra realtà e allegoria, la storia del manicomio provinciale di Bologna. Il nome di Francesco Roncati si legherà per sempre al nuovo ospedale e, con esso, alla storia della città.


Il reparto alienati dell'Ospedale Sant'Orsola

L’ingresso dei “fuor di cervello” nell’istituzione medica avviene ufficialmente nel 1710, quando si costituisce il primo reparto alienati – piccolo nucleo di un vero e proprio manicomio – in un’area appositamente costruita dell’ospedale cittadino S. Orsola.

"Occasione colera": il trasferimento dei matti all'ex-convento di Sant'Isaia

Il ricordo di un’epidemia colerica che aveva colpito la città – e con essa il reparto alienati del Sant’Orsola – appena dodici anni prima era ancora troppo vivo: quando, nel 1867, una nuova invasione della stessa malattia colpisce i ricoverati, il direttore Francesco Roncati rompe gli indugi e, a seguito della morte di un’internata avvenuta nei primi giorni di settembre, organizza il trasferimento dei matti all’ex convento di Sant’Isaia. Ciò che sembrava la soluzione provvisoria di un’emergenza rappresenta invece l’occasione per la costituzione di un nuovo nucleo manicomiale: quella di Sant’Isaia sarà la sede a lungo cercata dell’ospedale psichiatrico bolognese.

Il manicomio provinciale di Bologna

La psichiatria della seconda metà dell’Ottocento è la “scienza del manicomio”: in quel momento, infatti, il manicomio rappresenta l’essenza stessa del progetto medico sulla follia, assolvendo alla triplice funzione di luogo che cura (funzione terapeutica), di luogo di gestione e controllo dei folli (funzione politico-amminsitrativa), e luogo di osservazione e indagine scientifica (funzione di costituzione del sapere psichiatrico).

Cronologia essenziale

La cronologia essenziale dei fatti storici relativi all'evoluzione dell'istituzione manicomiale a Bologna.

Focus biografici

Benedetto Monti
Francesco Roncati
Fonti Bibliografiche
DOCUMENTI